To You: eravamo sette amici che parlavano d’amore…
Un vino speciale in una bottiglia unica, un prodotto che nasce per essere regalato, che si fa veicolo di emozioni e messaggero d’amore. Un libro immortale, il Simposio, che tratta del vino e dell’amore.
Nessun abbinamento più perfetto di questo.
L’oggetto del dialogo è celebre e interessa tutti noi: che cos’è l’amore? Come possiamo definirlo?
I protagonisti, esattamente come facciamo noi più di duemila anni dopo la sua stesura, si trovano a discuterne durante un incontro a base di vino e buon cibo: un simposio, insomma.
Gli amici
Ed è proprio davanti a calici profumati e in compagnia degli amici che ci si sofferma, con estrema semplicità e immediatezza, a discutere dell’essenza del sentimento più forte e coinvolgente che esista. Non lo facciamo noi stessi anche ora?
Spaventa, a volte, la filosofia perché ai più sembra complessa, poco interessante e astratta. Ma è perché non la si conosce.
Qui ci sono il vino, gli amici, l’amore: chi di noi può dirsi estraneo a tutto ciò? E allora, con la semplicità che lo contraddistingue, Platone tratteggia situazioni e personaggi, cita mito e letteratura, coinvolge il lettore in poche pagine, dense e avvolgenti come una coppa di vino rosso.
In effetti le bevute tra amici non devono essere cambiate più di tanto nel corso della storia:
“Carissimi, come si fa adesso a bere senza star male? io, ve lo dico subito, non mi sento troppo bene dopo la festa di ieri, perché ho bevuto un po’ troppo e vorrei andarci piano stasera; del resto voi dovreste essere più o meno tutti nelle mie condizioni, perché c’eravate anche voi ieri. Allora, come possiamo fare per bere senza star male?”
Per poter riuscire a confrontarsi, dunque, sarà essenziale l’equilibrio; se secondo tradizione (i proverbi, ci dice Platone) il vino contiene la verità, e quindi bevendo si diventa più sinceri,
Queste parole furono ascoltate e all’unanimità si decise che non si sarebbe passata la serata ad ubriacarsi e che ciascuno avrebbe bevuto quanto si sentiva.
Ognuno, dunque, esprimerà la sua teoria sull’amore.
“Ecco dunque, io lo dichiaro, l’Eros è tra gli dèi il più antico e il più degno, ha i maggiori titoli per guidare l’uomo sulla via della virtù e della felicità, sia in vita che nel regno dell’aldilà”.
Ma ancora, l’amore trova la sua origine nella più raffinata tradizione greca:
Eros è pieno di bellezza e bontà al più alto grado ed è quindi, per tutti gli esseri, la fonte dei più alti beni. Vorrei dirlo in versi, questo: Eros è il dio che dà «la pace agli uomini, la calma al mare, la tregua ai venti, il riposo al dolore».
Vino, nel Simposio, è anche follia, mancanza di equilibrio e di moderazione nell’esprimersi. Alcibiade, verso la fine del dialogo, irrompe urlando:
“Signori – disse – buona sera! Accettereste un uomo completamente ubriaco per bere con voi?”
Lo scopo del bere non è mai, nella più alta tradizione del simposio greco, l’esagerazione fino ad ubriacarsi. L’esercitare il controllo su se stessi per essere in grado di partecipare alla discussione con argomentazioni fondate e temi costruttivi è essenziale – l’uomo saggio lo sa. Chi si ubriaca e beve e basta, come Platone fa dire ad Erissimaco, sono gli assetati. Nemmeno si beve per sete quindi, ma per il rito dello stare insieme e confrontarsi, condividere. Esattamente come ora.
Il divertirsi, la conclusione quasi goliardica appartiene però anche alla tradizione più antica dell’uomo:
Agatone si era alzato per andarsi a mettere accanto a Socrate, quando all’improvviso tutta una banda di gente allegra spuntò dalla porta. Qualcuno era uscito e l’avevano trovata aperta, e così erano entrati e s’erano uniti alla compagnia. Gran baccano in tutta la sala: senza più alcuna regola, si bevve allegramente un sacco di vino.
Non sappiamo chi si sia aggiunto ai partecipanti al simposio, ma si tratta di gente allegra: tutto finisce in festa.
Vino che unisce, vino che si lascia condividere. Vino mezzo e non fine dello stare insieme. Davanti al vino si è amici, davanti al vino ci si corteggia e si battibecca. Davanti al vino si può parlare di tutto, perfino dell’argomento più caro a noi tutti, nessun escluso: l’amore.
Amore che traduciamo in piccoli gesti, nel regalare un pensiero. E, duemila anni dopo, To You si basa sulla stessa, elementare ma profondissima, filosofia.