La vita rinasce in primavera, briosa come un calice di bolle bianche
Nulla più dello scorrere delle stagioni evoca alla nostra mente il ritmo incessante del tempo e la sua ciclicità. E nella primavera, rinascita e fioritura, è come se la luce e il cielo terso ci sbattessero in faccia, palese, ancora di più questa sensazione.
Piccoli e rapiti nella contemplazione di una natura variopinta e sfacciata, ci godiamo un inusitato senso di leggerezza e pienezza insieme: nonostante tutti gli imprevisti, pensieri, impegni, la vita continua imperterrita a sbocciare, nella potente delicatezza di ogni fiore.
Abbiamo bisogno di questo, uno stato d’animo migliore, un senso di sollievo, come se a portarci via fosse una minuscola bollicina.
Se pensiamo a tutto questo, nulla ci sembra più adatto del brindare con uno spumante bianco, una brillantezza rifrangente di luce, un perlage fine e persistente e un aroma, come la nostra primavera, delicato ma complesso.
Gli Spumanti
Gli Spumanti CECI 1938 sembrano fatti apposta.
In primo luogo sono due – questa dualità che torna sempre, le due chiavi di lettura di uno stesso concetto.
Tanto uno è pulito, liscio, essenziale pur nella sua complessità, quanto l’altro è aromatico, pieno, esuberante.
D’altra parte il primo, brut, è un’elegante combinazione di Chardonnay e Pinot Nero, laddove il secondo, extra dry, è un blend intrigante di Pinot Bianco, Sauvignon e Malvasia di Candia.
Entrambi condividono la raffinatezza della veste metallizzata, un rincorrersi di intarsi che catturano e rifrangono la luce, dove uno è il negativo dell’altro. Entrambi hanno un intaglio preciso e raffinato, il richiamo a un antico cronografo.
Ed ecco, ancora, il tempo, ecco ancora la sua ciclicità.
Ma è una ciclicità leggera, ammiccante, ottimista.
Ricorda lo scorrere di un tempo del quale noi facciamo parte, grazie alle nostre azioni e al nostro essere, grazie a piccoli gesti quotidiani – il far tintinnare i calici, lasciar rifrangere la luce, assaporare un sorso ricco e confortante da condividere insieme.
Lasciar fluire la primavera e lo spumante, inserirsi nel tempo, semplicemente vivere.